La strage degli innocenti

 

8c5e808c59da53695526f1b157cb24d0.jpg

 

IL MATTINO

19 MARZO 2008

«L’agnello, sacrificio inutile»

In questo stesso momento centinaia di migliaia di agnellini, separati solo poche ore fa dalle loro madri, stanno transitando per le nostre autostrade stipati su quattro o cinque livelli in enormi Tir, nei quali sono costretti a stare piegati per mancanza di spazio. Altre centinaia di migliaia stanno assistendo, paralizzati dal terrore mentre aspettano il loro turno, allo sgozzamento e al dissanguamento dei loro fratellini, che si dibattono appesi a testa in giù. Sono oltre un milione gli agnellini che vanno incontro a questo destino a ogni Pasqua. L’agnello rappresenta sia per gli ebrei che per i cristiani il simbolo della Pasqua, una festa comune alle due religioni – spiega Chiara Catapano, psicologa e responsabile campana di Animals Asia Foundation – La prima Pasqua ebraica, descritta nel libro dell’Esodo, non è altro che la liberazione del popolo d’Israele, prigioniero in Egitto, e ruota attorno alla figura dell’agnello: l’agnello senza difetto, maschio, nato nell’anno, doveva essere immolato al tramonto, e del suo sangue dovevano essere bagnati gli stipiti delle porte. Era chiaramente la prefigurazione del sacrificio del Cristo che avrebbe versato il suo sangue per la liberazione di tutti i viventi. Ma dal momento della sua passione, morte e resurrezione, per i cristiani è Cristo il solo e unico agnello: il sacrificio di altri animali diventa non solo inutile, ma anche contrario alla volontà di un Dio che ama profondamente tutte le sue creature». Che all’Ultima Cena di Gesù non ci fosse ombra di agnello a tavola è la tesi di monsignore Mario Canciani, ex rettore della basilica di Santa Maria Maggiore. In uno dei suoi tanti saggi racconta che «gli scavi condotti a Gerusalemme da padre Bargil Pixner Osp, hanno dimostrato che il Cenacolo si trovava nel quartiere degli Esseni, i quali erano vegetariani e che quindi nell’Ultima Cena Gesù non avrebbe mangiato l’agnello». Michele Scotto di Santolo, esperto nei rapporti tra animalismo, filosofia e cristianesimo, sostiene che «La Bibbia dice chiaramente che nessuna creatura è dimenticata da Dio. Nulla addolora Dio più del fare del male senza motivo a ciò che egli ha creato, amato e benedetto – dice – Il rapporto poi tra Gesù, l’Agnello di Dio e gli agnellini di oggi è ancora più stretto: dall’istante in cui egli si è sacrificato per i peccati del mondo, ha reso inutili tutti i sacrifici di animali». Molto chiaro è stato Benedetto XVI durante l’omelia nella messa del giovedì santo del 5 aprile 2007 in San Giovanni in Laterano: «Gesù celebrò la Pasqua senza agnello. Anzi, non senza agnello: in luogo dell’agnello ha donato se stesso, il suo corpo e il suo sangue. Ha offerto Egli stesso la sua vita. Egli stesso era l’Agnello atteso, quello vero. Il gesto nostalgico, in qualche modo privo di efficacia, che era l’immolazione dell’innocente e immacolato agnello, ha trovato risposta in Colui che per noi è diventato insieme Agnello e Tempio».

 

 

La strage degli innocentiultima modifica: 2008-03-20T12:15:00+01:00da last_persefone
Reposta per primo quest’articolo

Un pensiero su “La strage degli innocenti

  1. Sarebbero tante le cose da dire, dal sacrificio pasquale degli agnelli alla corrida spagnola dei tori e alle pellicce… Io non sono vegetariana ma detesto l’abuso degli animali: sono contro l’uccisione di essi laddove non serva più a sfamarsi ma ad esaltarsi, prendendoli in giro. Nemmeno le tradizioni più antiche possono giustificare queste stragi.

Lascia un commento